«Conversazioni – la letteratura è di scena, da quest’anno è davvero un progetto che appartiene ai giovani della città di Bari. Nato come un piccolo Festival dedicato all’incontro unico tra interprete e spettatori, quest’anno è tornato finalmente in presenza il 25 e 26 maggio 2022 in Aula Don Tonino Bello a Palazzo Chiaia Napolitano e il programma è stato interamente dedicato al Teatro di Pier Paolo Pasolini ma con una impostazione metodologica ben precisa. Conversazioni è un dispositivo didattico grazie al coordinamento scientifico della Prof.ssa Loredana Perla (Professoressa ordinaria di Pedagogia Speciale e Didattica Speciale Uniba)» spiega Irene Gianeselli, dottoranda dell’Università di Bari “Aldo Moro” e direttrice artistica dell’Associazione culturale Felici Molti / Compagnia dei Felici Molti.
«Con l’attore Luigi Mezzanotte, unico testimone della prima messinscena di Orgia nel 1968 diretta dallo stesso Pasolini a Torino, abbiamo scelto di lavorare proprio su Orgia e Pilade. Ma non ci siamo limitati a proporre una lettura scenica: abbiamo scelto di creare una dimensione laboratoriale che coinvolgesse gli studenti tra i diciotto e i trent’anni e infatti è con le loro parole che oggi diamo notizia di questo primo passo nel Teatro di Pasolini con il patrocinio morale del Comitato Nazionale Ministeriale per le celebrazioni del centenario del Poeta. Non penso sia casuale che Pasolini sia stato accolto con tanta passione da maturandi e laureandi: è il Poeta che più di tutti appartiene a questa generazione. Il prossimo appuntamento con la lezione spettacolo Orgia. Sai cosa vuol dire vivere un sogno? è il 24 giugno a Palazzo Pesce, nell’ambito del cartellone estivo a cura di Margherita Rotondi e in estate continueremo a presentare il mio saggio Atti diversi, incanti di corpi. Introduzione al Teatro di Pier Paolo Pasolini, con la testimonianza inedita di Luigi Mezzanotte (Les Flaneurs Edizioni, 2022)» conclude Gianeselli.
IL PUNTO DI VISTA DI STUDENTESSE E STUDENTI
«Il laboratorio è stato rivelatorio. Ho capito l’idea pasoliniana di teatro: rompere la barriera ai confini del palcoscenico per rendere il più possibile interessante e l’esperienza teatrale. Irene Gianeselli e Luigi Mezzanotte hanno reso l’attività coinvolgente, invitandoci numerose volte ad intervenire, hanno chiarito ogni dubbio con l’obiettivo di mantenere accesa la curiosità per la materia, sempre con gentilezza e disponibilità. Questa esperienza ha cambiato in meglio il mio modo di guardare al mondo del teatro, portandomi a condividere a pieno il progetto pasoliniano che contribuirà sicuramente ad un mio prossimo avvicinamento alla realtà teatrale» racconta Francesco Sciannimanico (18 anni).
«Credo che Irene Gianeselli abbia realizzato le intenzioni di Pasolini di fare del teatro un laboratorio di grande valore pedagogico sia per gli spettatori che per gli attori stessi. Più che ad uno spettacolo, noi studenti abbiamo partecipato, nel caso di “Orgia” ad una simulazione di una prova di teatro di una scena. Ad interpretare il ruolo della Donna c’era Irene e nei panni del maestro di teatro proprio Luigi Mezzanotte, l’attore che ha recitato in Orgia messa in scena dallo stesso Pasolini, è stato un onore per noi incontrarlo. L’incontro, spoglio da ogni forma di rigidità accademica, si è rivelato di grande valore pedagogico, come lo avrebbe voluto Pasolini, io penso. È stata una lezione inconsueta: più che riempire la mente con informazioni e analisi del testo imposte dall’alto da un dotto docente, esaurendo le iniziali domande e dubbi degli studenti sulla materia trattata come una tradizionale lezione/lectio fa, ha creato dubbi, ma dubbi positivi, stimolando la curiosità degli studenti e invogliandoli a saperne di più. Personalmente, da studentessa di quinto liceo, appena sono arrivata a casa, ho aperto il mio portatile e sono andata alla ricerca di rappresentazioni teatrali di Orgia, spinta da un appetito intellettuale: quello di conoscere la trama ed entrare a contatto con il Pasolini drammaturgo. Noi ragazzi non abbiamo incontrato il teatro di Pasolini con una lezione imposta dall’alto e che abbiamo passivamente assorbito, ma da protagonisti, addentrandoci in una quête verso una risposta alle nostre domande e una via per saziare le nostre curiosità» aggiunge Alessia Signorile (18 anni).
Pasquale Raso (18 anni) prende la parola: «Quest’esperienza di laboratorio teatrale, per vari motivi, difficilmente la scorderò. Sicuramente uno di questi è aver avuto la fortuna di avere conosciuto un attore che ha lavorato insieme a Pier Paolo Pasolini, Luigi Mezzanotte. Un altro motivo sicuramente sono state le tragedie analizzate, Orgia e Pilade, che hanno suscitato in me un’inaspettata voglia di voler approfondire le due opere. Ma uno dei motivi principali è sicuramente il modo in cui si è fatto teatro durante Conversazioni. Sono un ragazzo della generazione Z e poter dire di esser andato a teatro almeno due volte, è dire molto. Il problema è che in entrambe queste due occasioni, non ero particolarmente preso da ciò che stava accadendo, e non riuscivo a capire il motivo. Dopo questi due incontri mi è stato tutto molto più chiaro: il problema era alla base. Prima di tutto ciò che ha giocato un ruolo fondamentale era la distanza che si sentiva dall’opera e il pubblico. Ma un altro grande problema era la difficoltà nel capire cosa si stesse dicendo, sarà per l’acustica, sarà per come venivano pronunciate le parole, ma la comprensione non era delle più semplici. Ma ho capito questi problemi proprio quando Luigi Mezzanotte insieme alla scrittrice e attrice Irene Gianeselli, hanno parlato del “Manifesto per un nuovo teatro” di Pasolini, il quale prevedeva proprio la risoluzione dei problemi che io stesso ho vissuto. Infatti, quando Irene e Luigi hanno lavorato con noi sulle due tragedie seguendo proprio quelle “indicazioni” che Pasolini aveva lasciato, ho notato subito la differenza, interessandomi alla materia trattata. Secondo me se il teatro avviasse una vera “rivoluzione” attirerebbe molti più giovani, andando a giocare un ruolo in netto contrasto alla società di massa, a cui lo stesso Pasolini si opponeva».
«Un approccio di questo tipo è estremamente innovativo – interviene Claudia Lucchese (18 anni) – in quanto consente a chi è un fruitore di solito passivo di un atto culturale che si consuma al di fuori di lui di partecipare e cioè di interrogarsi su quello che si sta dicendo. Quel profondo distacco che io tanto odiavo qui non c’era. Al contrario, c’è stato un intenso dibattere che ha costituito un momento di crescita per tutti poiché ha suscitato domande di senso che ci hanno portato a riflettere non solo con chi avevamo di fronte ma anche con noi stessi. Questo è un nuovo tipo di teatro completamente diverso, è il teatro di Pasolini. Un teatro in cui si è tutti alla pari. Un teatro in cui posso garantire che non ci si annoia, ma al contrario ci si sente coinvolti e segnati in modo positivo poiché portati a riflettere non solo durante l’esperienza ma anche dopo. Inoltre, questo approccio mi ha portato a incuriosirmi alle tragedie di Pasolini trattate, Orgia e Pilade, e quindi penso che questo tipo di teatro possa essere educativo da tutti i punti di vista. Sarò ben lieta di partecipare ad altri incontri con i due maestri Irene Gianeselli e Luigi Mezzanotte per continuare questo percorso, il quale spero che anche altri ragazzi come me decideranno di intraprendere così da ricredersi sull’idea di teatro come esperienza inutile e noiosa».
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